Radiogeofonia/6 di A.Nardi da Geologia 2000 [http://www.anisn.it/geologia2000]


Supporto alla teoria radiosismica






I segnali elettrici rilevati nel metodo VAN potrebbero essere correlati, ma non direttamente identificati, con le correnti telluriche della teoria radiosismica. Nel modello radiosismico infatti le correnti circolano nel volume di materiale interessato dalle vibrazioni sismoacustiche del "pianto della roccia" e quindi si manifestano entro il limitato raggio d’azione di queste ultime. Si può supporre però che i segnali elettrici rilevati dal metodo VAN siano prodotti dall’interazione delle correnti locali con masse elettricamente cariche indipendenti da cause sismiche. In questa ipotesi i segnali VAN possono essere associati all’innesco dei radioloop ma non necessariamente saranno rilevabili da ogni punto della superficie [fig. 3]. Ciò potrebbe spiegare i successi del VAN con un meccanismo di base diverso (più accettabile?) e spiegherebbe al contempo anche gli insuccessi. Infatti in assenza di masse chariche (laghi, mare, giacimenti metalliferi) la sorgente a radioloop non produrrebbe segnali elettrici ma soltanto elettromagnetici. Forse non è un caso se il metodo VAN è nato ed è stato sviluppato soltanto in un’area sismica insulare come quella greca.

Segnali sismoelettrici e segnali radiosismici


Per quanto riguarda l'emissione elettromagnetica, i segnali già catalogati come "crop" e "vento", se dovessero manifestarsi in modo sistematico, potrebbero rappresentare rispettivamente il segnale sismico e presismico. Una prova quasi indiretta dell'esistenza di segnali radio presismici si trova anche nella letteratura radioamatoriale. Sulla rivista "RK Elettronica" n.6, giugno 1986, Alessandro Cerboni di Arezzo, appassionato ascoltatore delle Onde Lunghe, scrive una lettera in cui dichiara che di tanto in tanto si ascolta uno strano rumore e di aver notato che ogni volta, nell'arco di 8-12 ore dall'ascolto di questo suono, si verifica un terremoto in qualche angolo del mondo. Cerboni chiede spiegazioni alla redazione che risponde di non conoscere la natura fisica di questo fenomeno ma che sul libro "The world below 500 kHz" di Peter Carron jr. si parla di segnali radio associabili al terremoto ricevuti nelle bande 10-1500 Hz, 81 kHz, 7, 9 e 14 MHz e persino nello spettro delle VHF. Questi segnali sono descritti come "rumore simile a pioggia", semplicemente "rumore" o "interferenze", mentre il segnale di cui parlava Cerboni è stato da lui definito come "il rumore che si produce nell'accartocciare la carta delle uova pasquali".
È chiaro che in tutti questi casi i suoni sono stati ricevuti con un apparecchio radio e quindi presumibilmente il segnale originale ha subito un tentativo di demodulazione in ampiezza per le frequenze al di sotto dei 30 MHz e in frequenza per le VHF, se non addirittura una rivelazione in banda laterale (SSB). È però particolarmente interessante il rumore di Cerboni perché, oltre a provenire dalle OL, è perfettamente conforme ad una mia esperienza diretta.
Durante lo studio del rumore dei fulmini tentai infatti di riprodurre i vari tipi di scarica usando impropriamente l'accendino piezoelettrico per i fornelli a gas. Effettuando una lentissima pressione ed allontanando gli elettrodi in modo da evitare la formazione dell'arco elettrico, si produsse effettivamente un rumore che non si può descrivere meglio di come ha fatto Cerboni!



Altri studi compatibili con la teoria radiosismica si possono trovare in Internet:
  • EARTHQUAKE PREDICTION
    [ www.fujita.com/fruk/Reports/Earthquakes.html ]
    In questo sito vengono descritti diversi tipi di fenomeni precursori prendendo in considerazione anche i segnali elettromagnetici. La commissione IASPEI avrebbe recentemente preso in esame la possibiletà che il rumore di fondo nelle bande LF, VLF ed ELF potesse rivelarsi utile al fine di una previsione del terremoto. Il giudizio sui pochi dati disponibili è stato però molto prudente, pur non escludendo questa possibilità.
    NOTA: il fatto che si sia parlato genericamente di "rumore di fondo" anzichè di segnali discreti lascia pensare che siano state decisamente sottovalutate le potenzialità che, a mio parere, può offrire l'indagine elettromagnetica. Del resto i dati disponibili erano dichiaratamente pochi e, mi sembra di capire, non derivanti da studi rivolti specificamente allo spettro elettromagnetico.


  • DR. GENE WESCOTT
    [ kafka.admin.uaf.edu/geology/faculty/wescott/ ]
    Il Prof. Gene Wescott del Dipartimento di Geologia e Geofisica dell'Università di Alaska Fairbanks sta attualmente studiando la possibilità di utilizzare emissioni ELF e VLF come precursori di terremoti ed eruzioni vulcaniche.
    NOTA: non si specifica la relazione tra i fenomeni geologici e la radiazione elettromagnetica nÈ il tipo di strumentazione in uso.


  • ELECROMAGNETIC PHENOMENA ASSOCIATED WITH EARTHQUAKES
    [ www.waseda.ac.jp/faculty/96058/member/kamogawa/em&eq.html ]
    Masashi Kamogawa e Yoshi-Hiko Ohtsuki parlano di emissioni radio dalla gamma ULF fino alle HF rilevate in Giappone prima del forte terremoto di Sugadaira (1980) e di esperimenti di laboratorio in cui lo stress meccanico delle rocce ha effettivamente prodotto emissioni radio. Si ritiene assodato dunque che un terremoto possa produrre onde elettromagnetiche pur affermando che attualmente non si conosce alcuna "teoria ragionevole" che possa collegare lo stress tettonico alle onde radio. Si fanno inoltre ipotesi favorevoli alla propagazione delle onde radio nel sottosuolo.
    NOTA: l'esistenza di segnali radio presismici sembrerebbe dunque provata.


  • EARTHQUAKE RESEARCH
    [ www.riken.go.jp/KENCHO/TOKUKEN/eq_e.html ]
    È in corso in Giappone (Università Tokai di Shimizu) una ricerca di frontiera sui fenomeni elettromagnetici associati a processi sismogenetici. Il progetto RIKEN, condotto da Seiya Uyeda, si propone anche di individuare un meccanismo fisico che possa associare lo stress tettonico ai segnali radio.
    NOTA: non si fa nessun riferimento a risultati anche parziali. Questo progetto sembra essere perfettamente in linea con l'ipotesi in oggetto.


  • GEOMAGNETISM E AERONOMY, volume 35, n.5, marzo 1996, edizione russa sett-ott 1995
    [ eos.wdcb.rssi.ru/transl/gma/9505/pap16.htm ]
    V.V. Krechetov dell'Istituto di Ricerca di Fisica dell'Università di Rostov parla anch'egli di radiazioni VLF che precedono il terremoto ma le attribuisce ad una interazione ionosferica con la "radiazione protonica di Cerenkov".
    NOTA: non ho le conoscenze necessarie per comprenderne il meccanismo ma certamente il terremoto viene qui identificato come la causa di segnali radio VLF.


  • ULF RADIO HOME PAGE
    [ www.jps.net/baparks/ulfradio/index_rf.htm ]
    Si parla di forti segnali rilevati del Dr. Tony Fraise-Smith della Stanford University prima del terremoto di Loma Prieta (Mg.7,1) del 1989. Si fa inoltre riferimento ad un libro di Jack Y. Dea, Peter M. Hanses e Wolfgamg Boerner sul rumore di fondo in ELF e la possibile applicazione come precursore sismico.
    NOTA: si tratta di un sito dedicato ai radioamatori e particolarmente dedicato ai segnali VLF prodotti dai fulmini. L'interesse per i terremoti è dunque marginale ma tuttavia sembra che l'ipotesi sismica non meravigli nessuno.


  • GEOFISICA DELLA TERRA SOLIDA, Prof. M.Caputo
    [ vaxrma.sci.uniroma1.it/DOCS/RICERCHE/Terra-Solida ]
    Un'equipe di ricercatori di diverse università del centro Italia ha condotto 6 anni di misure in grotte dell'Appennino Centrale riscontrando variazioni nei segnali elettrici, magnetici e sismoacustici in relazione a sforzi presismici. Alcuni giorni prima del terremoto del 4/6/93 è stata inoltre notata un'attenuazione di ben 20 dB nella trasmissione in Onde Lunghe di Radio Montecarlo (216 kHz).
    NOTA: non so se è possibile verificare un legame tra le variazioni riscontrate nel campo magnetico e quelle del campo elettrico ma è curiosa l'associazione dei tre fenomeni. Che sia stata misurata insieme al segnale sismoacustico la relativa emissione ULF, distinta però nelle due componenti elettrica e magnetica?


  • GEOPHYSICAL ELECTROPHONICS
    [ users.hunterlink.net.au/(ddcsk/gelphonx.htm ]
    Il Prof. Kolin Keay (fisico) dell'Università di Newcastle (Australia) sostiene che segnali elettromagnetici ELF e VLF stimolano per induzione la rete neurale rendendosi percepibili come la sensazione di un suono reale (elettrofonia). Egli suppone che con questo principio gli animali riescono ad avvertire in anticipo l'avvento di un terremoto. Non è ancora disponibile materiale relativo specificatamente al terremoto ma la sua teoria è molto documentata almeno per quanto riguarda altri casi. Sembra infatti che storicamente la letteratura abbonda di testimonianze di suoni uditi in occasione dell'apparizione di bolidi o aurore polari (la prima è attribuita nientemeno che ad Edmund Halley). Questi rumori sono stati ritenuti pure suggestioni anche perché mai dei microfoni avevano potuto registrare nulla, anche quando i suoni venivano uditi. Recentemente invece è stato verificato che il segnale elettromagnetico a bassissima frequenza emesso dalla ionosfera in occasione di questi fenomeni rivela suoni identici a quelli descritti dai testimoni [1].
    NOTA: il terremoto è segnalato tra i fenomeni che possono produrre rumori elettrofonici e quindi segnali ULF ma il materiale relativo non è ancora disponibile in WEB. Non si conosce dunque la sua soluzione al problema del legame tra terremoto e onde radio.


  • TECTONIC STRAIN TEORY
    [ www.laurentian.ca/www/neurosci/tectonicedit.htm ]
    Il neurobiologo Michael A.Persinger della Laurential University di Sudbury, Ontario, Canada, ha condotto studi sulla possibilità che radiazioni elettromagnetiche prodotte dallo stress tettonico possano influenzare il cervello umano producendo la visione di UFO, fantasmi ed altre manifestazioni paranormali. Analisi statistiche hanno associato gli "UFO flap" ad eventi tettonici. Esperimenti di laboratorio su soggetti umani hanno dimostrato che le radiazioni a bassissima frequenza sono in grado di indurre la visione di luci e tunnel, nonché sensazioni acustiche ed emotive.
    NOTA: naturalmente la questione sull'esistenza del paranormale è per noi del tutto fuori luogo ma il nodo significativo è che quelle percezioni "elettrofoniche" del prof. Kolin, che precedentemente abbiamo visto essere state associate in modo ipotetico anche a fenomeni sismici, nella teoria di Persinger assumono un aspetto molto più solido e sono direttamente legate fenomeni sismici localizzati.




Deduzioni sullo stato attuale delle conoscenze in questa direzione d'indagine


Dal materiale raccolto in Internet si può trarre le seguenti conclusioni:
  • l'esistenza di segnali radio associati allo stress tettonico sembra essere certa anche se non largamente riconosciuta;
  • i segnali si possono estendere su un'ampia gamma di frequenze ma in particolare sono noti tra ULF e VLF;
  • la propagazione delle onde elettromagnetiche nel sottosuolo può essere migliore di quanto ritenuto comunemente;
  • il problema di un meccanismo che possa legare lo stress meccanico alle onde radio non è stato ancora risolto;
  • sono già in corso (almeno in Alaska e Giappone) studi sull'uso di segnali radio per la previsione dei terremoti;
  • non è noto con quale tipo di strumentazione o tecnica siano stati campionati o avvertiti tali segnali.



NOTE:


  1. Mi sarebbe difficile crederci se non avessi avuto io stesso un'esperienza simile. Il 12 agosto 1985 alle 00:55 UTC, durante la posa fissa di una fotografia astronomica a largo campo, mi capitò di osservare un bolide (entrato nel campo fotografato) e di udirne quel sibilo irreale. Sono un astrofilo ed ho passato un'infinità di tempo in attività osservativa e fotografica, osservando innumerevoli stelle cadenti e bolidi ma senza averne mai avvertito alcun rumore. Quell'evento fu talmente sorprendente che, pur essendo convinto anch'io che si trattasse di una suggestione, ne presi appunto sulla mia agenda. È chiaramente improbabile riuscire a rendere l'idea di un suono attraverso la scrittura, la mia annotazione tuttavia riporta questa espressione: «Vvsss!». Il bolide attraversò il cielo più o meno dallo Zenit verso SW e, nel tratto compreso tra epsilon Delphini e teta Aquilae, lasciò la scia più persistente che abbia mai visto.
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