Radiogeofonia/5 di A.Nardi da Geologia 2000 [http://www.anisn.it/geologia2000]


Campi di applicazione del radiogeofono






A parte l'impiego come radiotelescopio amatoriale (per il quale era stato inizialmente concepito) e nello studio dei fenomeni atmosferici, si possono ipotizzare, nel campo della geologia, le seguenti applicazioni [1]:

  • individuazione di potenziali volumi focali e previsione del terremoto;
  • rilevazione di sismi in alternativa agli strumenti tradizionali dove vi sia l'impossibilità di utilizzare masse inerziali, come a bordo di navi, aerei o sonde spaziali [2];
  • monitoraggio dei tremori vulcanici e dell'attività termica profonda al fine di prevedere gli episodi eruttivi. Le variazioni dell'attività termica potrebbero essere monitorata grazie al segnale radio generato da eventuali radioloop eccitati da fenomeni piroelettrici e piezoelettrici, gli ultimi dovuti sia alla pressione del magma che alla dilatazione termica dei minerali;
  • sorveglianza di faglie, movimenti franosi e creeps;
  • ricerca di falde acquifere e studio del bacino idrogeologico. Quest'ultimo punto si basa sull'assunto che il letto della falda, costituito da argilla saturata d'acqua, manifesti proprietà schermanti o riflettenti grazie al doppio strato ionico che tipicamente si forma in tale condizione attorno alle particelle di argilla. Con l'ausilio di un radiotrasmettitore ELF si presenta allora la possibilitą di eseguire prospezioni radio basate sull'opacità dei letti alla radiazione artificiale o eventualmente alla sua riflessione. Nel caso di un acquifero imprigionato la radiazione-sonda verrebbe letteralmente incanalata tra il tetto ed il letto evidenziando ogni possibile sbocco della falda;
  • studio di eventuali ipotetiche discontinuità litosferiche di natura fisica (strati ionizzati).

L'ipotesi che lo stress tettonico produca emissioni elettromagnetiche prima e dopo un evento sismico lascia prevedere la possibilità di rilevare con il radiogeofono almeno due tipi di segnale caratteristico. Segnali presismici potrebbero interessare l'intera gamma coperta dal ricevitore con la preferenza delle frequenze pił alte. Inoltre la massima sensibilitą dell'udito umano, nonché quella dello stesso ricevitore, risultano entrambe intorno ad 1 kHz. C'è da aspettarsi dunque che la massima intensità del segnale presismico sia rilevabile nella parte più alta dello spettro utile. Al contrario il segnale direttamente associato alla scossa sismica dovrebbe limitarsi alle frequenze più basse con la massima intensità al di sotto della soglia udibile dei 30 Hz. Tuttavia il processo digitale di moltiplicazione di frequenza permette al radiogeofono di spostare sopra la soglia un range che si estende fino ai 15 Hz e comunque frequenze inferiori sono ancora rilevabili dal ricevitore ed evidenziabili con un analizzatore di spettro. Il grafico seguente confronta lo spettro radio con quello che potremmo chiamare "spettro sismico" evidenziando la finestra utile.


Spettro radio & spettro sismico



NOTE:


  1. I primi quattro punti sono subordinati alla validità della teoria radiosismica. [Torna al testo]
  2. Caso di corpi privi di ionosfera. Es.: sismi prodotti da impatti meteorici sulla Luna. [Torna al testo]




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