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su terreni sismici Prefazione Da sempre l'uomo accarezza il sogno di poter prevedere i terremoti, allo scopo di limitare i danni derivanti alle persone, con una tempestiva informazione. I problemi ancora da superare per raggiungere questo traguardo sono realmente scoraggianti. I grandi sismi sono avvenimenti globali che scuotono tutto il pianeta; i loro focolai (epicentri) sono situati generalmente nel profondo del sottosuolo ed occorreranno molte ricerche accurate per interpretare correttamente i sintomi che appaiono in superficie. Un grosso traguardo fu raggiunto allorché i sismologhi A. NUR, Y.P. AGGARWAL, L.R. SYKES, C.H. SCOLZ ed altri, avanzarono l'ipotesi che tutta una catena di segni premonitori sismici osservati, che va dalla deformazione della superficie terrestre alle variazioni della resistenza elettrica delle rocce e della velocità delle onde sismiche fino all'aumento del contenuto di radon nelle sorgenti, è da ricondurre ad una nota modificazione della roccia che si verifica come conseguenza di alte pressioni: la dilatanza. Prima che la roccia si frantumi, è percorsa da una fitta ramificazione di crepe sottilissime che la gonfiano. L'acqua penetra attraverso questi pori e con ciò aumenta la conduzione elettrica del materiale roccioso. Da diversi anni molte esperienze raccolte, rendono lecito presumere che nella fase preparatoria dei movimenti tellurici vi sia una generazione naturale di onde elettromagnetiche, specialmente nella banda delle basse frequenze (VLF), o bassissime frequenze (ULF), cioè dai 30kHz fino a frequenze dell'ordine del Hz. Tali emissioni sono sicuramente dovute ad una grande varietà di cause, che vanno dai fenomeni elettrocinetici alla separazione di carica che si ha sulle superficie di rottura di un materiale solido sottoposto a stress meccanico. Però alcune esperienze sul campo, effettuate nei primi anni 90 da esimi ricercatori italiani, e qui riportate nel capitolo sesto, aprono la prospettiva che possa verificarsi un fenomeno, in un certo senso inverso a quello sopra descritto, ovvero che in qualche modo le particolari condizioni ambientali instauratesi nella fase preparatoria di un sisma possano alterare in modo notevole la propagazione delle onde radio a bassa frequenza. Nella presente tesi si cercherà di trovare i possibili nessi fra i fenomeni presismici e la propagazione delle onde nella banda LF. Nel primo capitolo si descriverà in breve la struttura dell'atmosfera che circonda il pianeta, in modo da rendersi conto in che condizioni ambientali avviene la propagazione delle onde radio. Nel secondo capitolo verranno descritti nella prima parte, sinteticamente, le modalità di propagazione delle onde radio in generale. Nella seconda parte verrà analizzato il modo in cui una variazione anomala della densità elettronica negli strati più bassi dell'atmosfera, può alterare la propagazione di onde radio nella banda LF. Nel terzo capitolo verrà esposto in che modo, fenomeni tipici caratterizzanti gli stress presismici, posso portare alla suddetta alterazione della densità elettronica. Nel quarto capitolo si analizzerà, dapprima l'onda di terra, (la quale è un modo di propagazione molto importante per le onde elettromagnetiche a bassa frequenza), poi l'attenuazione di un'onda elettromagnetica che si propaga nel sottosuolo, sempre in funzione, però, delle possibili variazioni delle caratteristiche elettriche degli strati più superficiali della crosta terrestre (fino a circa 100 m di profondità). Nel quinto capitolo si parla delle possibili alterazioni dello strato D della ionosfera, in considerazione del fatto che, proprio, in tale strato avviene la riflessione delle onde radio nella banda LF. Nel sesto capitolo si parlerà di alcune misurazioni effettuate sul campo che hanno dato lo spunto per elaborare il presente lavoro, cercando di esaminare se quanto esposto nei precedenti capitoli può spiegare le misurazioni ottenute. Seguono le conclusioni e i ringraziamenti. |
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