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La sfinge di Marte
di Adriano Nardi

da "X-Magazine" (AmyResource ed. Interactive)





I tentativi di interpretare la famosa immagine del "volto" fotografato dalle missioni Viking nella valle di Cydonia sono ormai innumerevoli. Ricordiamo tra tutti le sorprendenti elaborazioni di Mark Carlotto [http://www.psrw.com/~markc/marshome.html] tese a dimostrare l'esistenza di una civiltà aliena e quelle di Micheal Malin [http://barsoom.msss.com/education/facepage/face.html] che ci richiamano, al contrario, ad una realtà più ordinaria.

Quanto segue è invece un lavoro originale realizzato per la rivista X-Magazine. Pur senza la pretesa di risolvere il mistero ci si propone, con qualche conoscenza geologica ma soprattutto con il necessario buon senso, la finalità di verificare entrambe le ipotesi: fenomeno naturale o costruzione artificiale.

Questo articolo fu scritto prima che la missione Mars Global Surveyor fornisse una nuova e più dettagliata immagine della struttura.



Originale Primo approccio

L'immagine su cui è iniziato il lavoro è una GIF 640x400 a 64 tonalità di grigio che rappresenta già quasi un primo piano della struttura in esame (click su foto a lato).

La prima cosa da fare ci è sembrata quella di ravvivare l'immagine con una gamma cromatica abbastanza realistica, se non altro perchè il nostro cervello percepisce meglio i particolari nelle immagini a colori. Un ingrandimento dell'area incriminata era inoltre d'obbligo. Ecco quindi la prima immagine con la quale si può meglio iniziare a familiarizzare con il problema.

ColoriCiò che vediamo (foto a lato) è una struttura rilevata con una cresta longitudinale che separa due versanti, il sinistro illuminato e il destro in ombra. Appare evidente che la parte illuminata ricorda un volto umano. Sono riconoscibili l'occhio sinistro (useremo i termini destro e sinistro riferiti sempre all'osservatore) l'arcata sopraciliare destra, il naso, la bocca, il mento e il contorno del viso. Non dobbiamo dimenticare però la lezione dei Canali di Marte. Il nostro cervello tende ad interpretare le forme ed associare ad esse un significato logico assimilandole a geometrie note. È naturale dunque che l'immagine ci appaia immediatamente come un volto, ciò non significa tuttavia che lo sia realmente. Basti immaginare la facilità con cui è possibile associare il profilo di un volto alle creste dei monti o la sagoma di un animale a quella di una nuvola.

MorfoIniziamo dunque ad analizzare in dettaglio la morfologia del rilievo (foto a lato). Prima di tutto bisogna stabilire da quale direzione proviene la luce e per far ciò abbiamo bisogno di un oggetto di forma semplice e nota. Il cratere da impatto che nell'immagine originale si trova in basso a destra rispetto al volto sembra fare al caso nostro. La forma è quella di un rilievo circolare e la luce che lo investe produce un'ombra verso il basso. Unendo i due punti del contatto luce-ombra sull'orlo del cratere otteniamo una retta (blu) perpendicolare alla direzione azimutale della luce (arancione). Va precisato che si tratta appunto della direzione vista in pianta, inquanto i raggi luminosi avranno naturalmente un'incidenza obliqua sulla superficie del pianeta.

Traslando la linea arancione sul volto notiamo che la punta del naso coincide approssimativamente con il picco più alto del rilievo, quello cioè che proietta l'ombra più lunga (se conoscessimo l'altezza del Sole sull'orizzonte potremmo anche calcolare l'altezza del rilievo in base alla lunghezza dell'ombra che prioetta ma purtroppo non disponiamo di questo dato). Dalla punta del naso verso l'alto osserviamo una linea di cresta immergente (setto nasale) che separa il versante illuminato da quello in ombra fino a raggiungere un'area, la fronte, piana e immergente nella stessa direzione. La chiusura periclinale di questa cresta risulta proprio al centro degli occhi da dove la linea luce-ombra devia verso destra seguendo l'orlo di uno spartiacque sorprendentemente simmetrico all'arcata sopracciliare sinistra.

Vi sono dunque due depressioni sotto la fronte in corrispondenza degli occhi.
Sotto il naso invece una depressione circolare (narice sinistra) segna il passaggio ad un dislivello da cui la cresta prosegue brevemente prima di essere tagliata da una valle trasversale la bocca. Si tratta di una valle sospesa, apparentemente dal profilo a "V", che termina quasi a mezza costa del versante sinistro. Oltre la valle la cresta prosegue brevemente per poi svanire in un pendio apparentemente simmetrico a quello della fronte. Il versante sinistro della struttura principale termina in una vallecola poco profonda che delinea il volto deviando a destra nella parte in alto quasi a voler circondare la fronte delineando un'acconciatura o un copricapo. una serie di apparenti depressioni circolari, piccole ma profonde, sembrano essere allineate sul fondo della vallecola: quasi una decorazione che sottolinea il limite della fronte. Notiamo inoltre che il versante principale sinistro, nella parte più in basso, presenta la rotondità che contrasta con la linearità del fondovalle quasi a rappresentare una guancia.

Alla luce di questi dati non c'è da meravigliarsi se persiste tuttora il dubbio sulla natura di questa curiosa conformazione. Le coincidenze con la forma di un volto sono numerose e notevoli tuttavia, volendo mantenersi realmente imparziali, l'analogia è tutt'altro che perfetta ed alcuni particolari sono molto discutibili. Vediamo allora punto per punto gli elementi favorevoli e quelli contrari alla teoria del volto.

CONTRO:
  • Il picco più alto non coincide perfettamente con la punta del naso ma risulta poco al di sotto, lungo la linea luce-ombra, poco più in basso della narice. La presenza della narice non è evidentemente compatibile con questa situazione.
  • La narice stessa probabilmente non esiste. Macchie scure circolari delle stesse dimensioni sono disseminate su tutta l'area dell'immagine originale e rappresentano probabilmente degli errori nella primitiva elaborazione dell'immagine grezza o nell'acquisizione stessa dell'immagine. Senza quei punti la fronte non è più delineata ma soprattutto viene a mancare la narice sinistra, giustificando il punto precedente.
  • Nonostante l'apparenza non esiste un vero e proprio mento, ovvero non c'è sotto la bocca un avvallamento che separi un ulteriore rilievo. Abbiamo invece un pendio simmetrico alla fronte che disturba notevolmente l'architettura di un viso (un viso umano, almeno).
A FAVORE:
  • Esiste apparentemente una simmetria assiale delle forme il cui punto di forza è nelle arcate sopraciliari, nella forma della base e nel'effettiva centralità del presunto asse di simmetria. Una simmetria di forme complesse non è facilmente giustificabile da cause naturali.
  • La presunta bocca è senza dubbio una valle sospesa: una valle trasversale sospesa è altrettanto difficile da giustificare geologicamente.
  • La vallecola laterale a gomito (contorno viso) rappresenta un'ulteriore problema per la già complessa struttura.
In conclusione possiamo affermare che la struttura assomiglia effettivamente ad un volto e che dai dati ricavabili da quest'unica inquadratura non è possibile sostenere senza ombra di dubbio nessuna delle due ipotesi. Possiamo tuttavia avanzare delle supposizioni.




Ipotesi Artificiale

Volto Ammesso e non concesso che si tratti di un'opera architettonica (e quindi artificiale) costruita da una fantomatica antica civiltà marziana, quale potrebbe essere il suo reale aspetto? Non è difficile rispondere a questa domanda, basta supporre che le incongruenze siano dovute all'erosione dell'ambiente marziano, ammettere l'esistenza di una rigorosa simmetria ed il gioco è fatto. Tanto per cominciare un'idea di massima possiamo averla con un artificio: ritagliare il lato illuminato e ribaltarlo su quello in ombra. Come si può vedere dalla figura, se (ricordiamo i presupposti) esiste una reale simmetria è evidente che non può trattarsi altro che di un volto.

A questo punto si può aggiungere un pò di fantasia e un minimo di talento artistico ed ecco finalmente la ricostruzione del monumento marziano (foto a lato). Lo stile lineare e l'acconciatura conferiscono al personaggio un look vagamente egizio che richiama inquietantemente alla memoria le altre strane alture di Cydonia, così simili a delle piramidi.

Volto2





Ipotesi Naturale

Senza nei Questa volta dobbiamo dare per scontato che non esistono rilevanti simmetrie e che i "nei" presenti sull'originale non fanno realmente parte della morfologia. Per prima cosa dunque occorre pulire l'immagine. Come si può vedere in figura la presenza della narice sinistra era un punto di forza dell'analogia ad un volto: ora non si direbbe neppure che ci sia un naso. Non avendo più la possibilità di immaginare cosa si nasconde nel lato in ombra, dobbiamo accontentarci di osservare bene il gioco di luci e reinterpretare il rilievo.

La ricostruzione artistica ed intuitiva della morfologia (foto in basso) ci propone questa volta una curiosa formazione montuosa con l'ormai nota valle trasversale pensile (cioè perpendicolare alla cresta e terminante di netto intercettando il pendio) e la vallecola laterale che separa il rilievo principale da un bastione basso e uniforme, quasi tubolare, che verso l'alto si ricollega alla struttura principale attraverso una profonda cavità da cui ha origine la vallecola stessa. Si tratta nel complesso di una struttura che si erge isolata sul fondo di una pianura. Non sembra un edificio vulcanico e non si giustifica coerentemente il modellamento da parte di agenti erosivi.

Ipotesi2






Dunque abbiamo due ipotesi principali, "il volto" e "la collina", che non sembrano in grado di escludersi l'una con l'altra. Vediamo ora, in una ricostruzione grafica più raffinata, i risultati fin qui ottenuti:

Demo



Le conclusioni

Il dilemma non è certo risolto ma una cosa è chiara: tutto dipende dal vero aspetto del lato destro della struttura. I dati di cui disponiamo sono pochi e di scarsa qualità. Soltanto quando avremo almeno un'altra immagine con una diversa illuminazione o, meglio ancora, una coppia stereoscopica di immagini, il problema sarà facilmente e definitivamente risolto.

La nuova missione Mars Global Surveyor si avvarrà della fotocamera MOC in grado di raggiungere, nella modalità a stretto angolo, la risoluzione di 1,4 m per pixel, superiore perfino alla norma degli strumenti usati nel telerilevamento terrestre. Il progetto si propone inoltre la mappatura dell'intera superficie planetaria e la ripresa di immagini stereoscopiche, in grado quindi di riprodurre una superficie tridimensionale. Purtroppo un guasto tecnico alla sonda ha temporaneamente sospeso il programma ma possiamo tuttavia iniziare a sperare di poter conoscere finalmente la verità sul caso della Sfinge di Marte.


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