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Le mappe di Piri e Finneaus
di Adriano Nardi




 Piri Reis (1513) Nella prima metà del XVI secolo l'ammiraglio turco Piri Ibn Haji Mehmet, noto cartografo, realizzò su pelle di gazzella due carte nautiche che nel 1513 furono donate al sultano Selim I. Nel 1929 le mappe vennero rinvenute ad Istambul da Halil Edem, direttore del Museo Nazionale, nel corso della ristrutturazione del palazzo Topkapi.

Le mappe di Piri Reis ("ammiraglio Piri" in turco) divennero famose in tutto il mondo per alcune loro caratteristiche inspiegabili: vi erano riportati territori all'epoca non ancora conosciuti come le isole Falkland, la Terra del Fuoco e una piccola porzione del continente antartico. Inoltre la costa orientale del Sudamerica è affiancata alla costa occidentale dell'Africa (figura a lato) nelle giuste proporzioni geografiche e questo sarebbe già eccezzionale per qualsiasi carta dell'epoca.
Piri Reis era certamente un abile e stimatissimo cartografo ma doveva avere anche conoscenze che oltrepassavano la cultura ufficiale del suo tempo.

Negli anni '50 il capitano Arlington Mallery, cartografo della Marina Militare statunitense, sostenne che su una di queste carte la regione antartica denominata "Queen Maude Land" figurava libera dai ghiacci. Fu notato in seguito che quella linea di costa coincideva con quella rilevata dai profili sismici effettuati in una spedizione polare del 1949, come se Piri Reis avesse potuto cartografare un continente antartico non ancora coperto dai ghiacci. Negli stessi anni anche Padre Lineham, direttore dell'osservatorio di Weston (USA), sostenne che quelle mappe mostravano la Terra del Fuoco come doveva presentarsi 11.000-13.000 anni fa, quando una lingua di terra collegava il Sudamerica all'Antartide.

 Oronteus Finnaeus (1531) Ma nello stesso periodo delle mappe di Piri Reis, un'altra carta mostrava chiaramente l'intero continente antartico libero dai ghiacci.
Si tratta di un lavoro attribuito al cartografo Oronteus Finneaus e datato 1531 (figura a lato) sul quale con grande precisione è ritratto l'Antartide a sud dell'Africa, collegato al Sudamerica e solcato da numerosi fiumi che scendono dai monti e sfociano nel mare. Insomma, un continente libero dai ghiacci e apparentemente già esplorato!
Ufficialmente l'Antartide fu scoperto soltanto nel 1819 dal russo F.G. Bellingshausen.

Al di là della bravura tecnica dei rispettivi cartografi, da dove provenivano le conoscenze geografiche necessarie alla costruzione di queste mappe?

È proprio Piri Reis a spostare il problema nella notte dei tempi, scrivendo sulle stesse (bordo sinistro della mappa, nella prima figura) di essersi basato su una serie di carte risalenti all'epoca di Alessandro Magno e comprendenti l'intero mondo conosciuto. Commentando la notizia della scoperta di nuove terre (le americhe, 1492) da parte di "un infedele genovese", Piri sostenne inoltre che Colombo stesso ebbe modo di apprendere dell'esistenza di quelle terre da un antichissimo libro.

La cultura europea invece, circa l'intuizione di Colombo, sembra ricorre a due leggende: che il genovese avesse avuto una rivelazione divina durante una visione mistica o... che egli fosse il figlio segreto del papa!
Questo "pettegolezzo" sarà forse una stupida malignità ma non è affatto infondato.

È certo che Colombo deve aver avuto accesso a testi antichi e piuttosto rari (come appunto sosteneva di sapere Piri Reis) e che probabilmente la fonte delle sue conoscenze era la Biblioteca Vaticana. Risulta infatti storicamente accertata una frequentazione degli ambienti vaticani e una confidenza con Papa Innocenzo VIII (legato alla Spagna) che deve avergli favorito l'accesso ai segreti della biblioteca, forse per favorire un figliastro o forse meglio per favorire la Spagna.

I segreti delle più raffinate mappe dell'antichità sono probabilmente ancora custoditi tra i tesori storici di due grandi religioni: la Chiesa Cattolica e l'Islam.


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