Da Geologia 2000: http://www.anisn.it/geologia2000 - AUTORI: Nardi, Martellini


Monte Soratte


rilevamento geologico (Nardi, Martellini)




Contenuti:




UBICAZIONE


Il monte Soratte (m. 691 s.l.m.) è raggiungibile da Roma percorrendo la via Flaminia fino al bivio per S. Oreste, località di villeggiatura di oltre 2000 abitanti, situata in una zona molto panoramica alle pendici sud del monte (m. 420 s.l.m.).
Il Soratte ha una pianta ellissoidica il cui asse longitudinale si estende in direzione NNW-SSE con un profilo arcuato da sei picchi, il più alto dei quali è sormontato dai ruderi di un monastero di cui rimane solo la chiesa di S. Silvestro.
Si presenta come un massiccio calcareo con pareti molto ripide alla sommità e pendici più dolci e fittamente vegetate, circondato da una pianura coltivata prevalentemente a uliveti e solcata da numerosi fossi che dal lato ovest si immettono nel fosso Cantalamessa.
Dal paese di S. Oreste si dipartono vari sentieri che percorrono il monte in senso longitudinale da entrambi i lati e lungo la cresta (passeggiata di S. Maria delle Grazie, m. 630). A causa della ripidità delle pareti rocciose, nessun sentiero permette di attraversare il monte in senso trasversale. [Torna all'indice]



INQUADRAMENTO GEOLOGICO


La dorsale carbonatica del monte Soratte è costituita da formazioni meso-cenozoiche coinvolte in strutture positive che emergono dai sedimenti pliocenici trasgressivi e dalla copertura vulcanica. Queste strutture costituiscono uno stacco morfologico molto netto e caratteristico rispetto alle zone circostanti.
Dal punto di vista stratigrafico il M. Soratte presenta una serie impostatasi in condizioni di persistente alto morfologico con terreni che vanno dai calcari del Trias superiore ai calcari tipo "Scaglia" cretaceo-eocenici in una successione interrotta da numerose lacune.
La struttura del Soratte è costituita da una serie di scaglie tettoniche sovrapposte legate a più eventi compressivi, verificatisi durante le fasi tettogenetiche appenniniche. Eventi tettonici distensivi successivi hanno generato sistemi di faglie dirette, subverticali e fratture orientate prevalentemente NW-SE e N-S, spesso riutilizzando le antiche linee di debolezza che hanno disarticolato in blocchi l'assetto precedente.
I rilievi carbonatici del M. Soratte costituiscono un alto strutturale (tipo Horst) che separa la depressione della Valle del Tevere (a NE) dalla zona ribassata sabatina (a SW). [Torna all'indice]



DESCRIZIONE LITOSTRATIGRAFICA


Litotipi affioranti:

  • Calcare massiccio: bianco subcristallino, massiccio o in banchi, molto carsificato. Costituisce il corpo centrale del rilievo (Giurassico).
  • Corniola: calcare nocciola di pasta fine, spesso molto carsificato; è caratteristica la presenza di noduli di selce. Versante E e picco S (Giurassico).
  • Scaglia: calcare marnoso rosa e biancastro ("Scaglia variegata"?). Si presenta molto fogliettata e ondulata a causa delle deformazioni legate al contatto con il piano di sovrascorrimento. Versante S, lungo la strada per Sant'Oreste (Eocene/Cretacico).
  • Tufo marrone/ocra: con livelli cineritici, pomici grigie, leuciti e pirosseno. Coperture ai piedi del versante W; attribuibile all'attività Sabatina (Pleistocene).
  • Tufo giallo pedogenizzato: forma coperture ai piedi del versante E. Attribuibile agli episodi vulcanici Sabatino, Vicano e Laziale (Pleistocene).
  • Detrito di falda calcareo (Calcare massiccio o Corniola): costituito da ciottoli, blocchi, fino a massi di notevoli dimensioni, talvolta cementato in conglomerati (brecce scheletrosostenute). Formano spesso conoidi negli avvallamenti, specie lungo il versante W. Nella zona a NW del cimitero forma brecce a matrice prevalente costituita dai tufi ocra ed è localmente intercalato da livelletti di travertino presumibilmente di origine idrotermale (Olocene).


Erosione:


Il rilievo, costituito quasi esclusivamente da Calcare massiccio e Corniola, è soggetto a forte erosione carsica, specie lungo la cresta dove le rocce non mostrano più le strutture sedimentarie, cancellate da piccole cavità, profondi lapiez e marmitte. L'attività carsica ipogea è suggerita dall'assenza di corsi d'acqua su quasi tutto il rilievo e confermata dalla presenza di numerosi antri e pozzi, spesso anche cartografati.
Su entrambi i versanti, il pendio è reso più dolce dalla copertura di detrito di falda originato dalla disgregazione dei calcari. Il detrito forma spesso conoidi negli avvallamenti dei versanti tra due picchi, specie sul versante ovest e all'estremità sud, dove spesso si trova cementato in brecce.
La zona pianeggiante che circonda il monte è solcata da numerose aste primarie convergenti in alcuni corsi d'acqua a testimonianza della natura meno permeabile del terreno (tufi).


Tettonica:


La caratteristica principale dell'area rilevata è costituita da una superficie di sovrascorrimento riconoscibile a mezza costa lungo il versante est; esso ha un andamento prevalente N40E ed immersione 20 gradi circa verso W. È stato osservato direttamente ed a vista, da circa la metà della lunghezza del versante (dove finisce coperto dal detrito di falda) fino all'estremità sud dove, proprio vicino al centro abitato, sembra girare verso est con immersione 25NW.
Lungo il versante E, associato al piano di sovrascorrimento, si osserva un sistema di fratture subparallele, che, insieme a quello di faglie dirette del versante ovest, ha probabilmente determinato la genesi e la struttura del monte. Si può infatti supporre che il sovrascorrimento, legato alle spinte tettoniche appenniniche, ne abbia determinato l'assetto strutturale e successivamente la tettonica distensiva (faglie dirette) abbia disarticolato la dorsale, formando un settore rialzato (horst) nel mezzo della pianura che attualmente lo circonda.
Nella zona a N del cimitero, inoltre, si rileva una superficie di sovrascorrimento, ma in base alle osservazioni di campagna si può ipotizzare la presenza di un altro piano. Entrambe le superfici sono caratterizzate dall'affioramento della Scaglia, molto fogliettata, che ha svolto la funzione di lubrificante tettonico. [Torna all'indice]



RILEVAMENTO GEOLOGICO


Versante Ovest:


La strada ai piedi del versante W è sterrata ma perfettamente percorribile in macchina. Lungo questa si alternano i tufi ocra e il detrito di falda. In alto è possibile vedere vari conoidi o prismi detritici di origine antropica e spianati alla sommità (zona militare).
All'estremità nord, la strada si diparte in un trivio da dove, svoltando a destra, e poi ancora a destra al bivio successivo, ci si può collegare attraverso un vecchio tunnel, presumibilmente costruito nell'ultima guerra per scopi militari, ad un sentiero anch'esso percorribile, che solca il monte a mezza costa tornando in direzione sud. Tale sentiero è impostato sul Calcare massiccio talvolta interrotto dal detrito.
Il tratto più a sud però, prima di immettersi su una strada asfaltata del centro urbano, è interrotto dal limite invalicabile di una zona militare. Paradossalmente all'interno del tunnel di cemento sono visibili alcuni affioramenti che confermano la presenza di Calcare massiccio mal stratificato, poiché in molti punti è stato perforato lateralmente da ignoti forse alla ricerca del leggendario "tesoro dei tedeschi".


Zona Centrale:


A nord del centro urbano, dietro una cappellina, si può notare la "cerniera" della curva del sovrascorrimento, la cui direzione ed immersione è facilmente misurabile sulla superficie di Corniola. Probabilmente, però, l'andamento del fronte non è realmente curvilineo ma si tratta piuttosto di un effetto dell'erosione, quindi il modellamento della superficie topografica mostra in quella zona una visione più o meno longitudinale del sovrascorrimento stesso. Più a nord, al di sopra della cerniera, dalla croce in poi, si rinviene un'isola di Corniola, con stessa direzione ed immersione rispetto al Calcare massiccio su cui poggia e che si chiude a nord con un contatto tettonico netto (faglia inversa NS 45W) tra il Calcare massiccio e la Corniola.
Scendendo poi sulla strada principale, oltre il bivio che porta al cimitero, si può notare lungo il margine destro l'affioramento della Scaglia fortemente fogliettata. Lungo la stradina che conduce al cimitero si incontrano bancate di strati di Corniola spesso fagliati, con immersione ovest che, man mano che si procede verso il cimitero, diventano suborizzontali.


La Cresta:


La strada che percorre la cresta è ripida e stretta ma ha il fondo ben realizzato per un'ottima percorribilità in auto anche con pioggia o gelo, almeno fino all'eremo di S. Maria delle Grazie (m. 630), attualmente abitato e meta di pellegrini ed escursionisti.
Il primo tratto di tale stradina è impostato sulla Corniola fino ad arrivare alla faglia NS 45W dopo cui comincia il Calcare massiccio fino alla vetta del monte dove ha sede la chiesa di S. Silvestro (m. 691). Da qui prosegue un breve sentiero accidentato che segue la cresta tra i dirupi calcarei, esso è percorribile solo a piedi, come testimoniano due lapidi alla memoria di chi da lì precipitò in motocicletta o giocando a pallone.


Versante Est:


Ad est il monte è solcato a mezza costa da un sentiero carrozzabile facilmente almeno fino alle tre cave, poi prosegue nella vegetazione sempre più invadente fino a finire cieco prima di raggiungere l'estremità nord del monte. La prima parte di tale sentiero è caratterizzata da vistosi segni di forte frizione (cataclasite) che testimoniano il passaggio del sovrascorrimento. Poco dopo le cave, da un bivio si snoda un breve sentiero verso est, chiuso da una catena, che porta verso un profondo fosso a forma di imbuto, divenuto quasi discarica; trattasi di un antro carsico impostato sul Massiccio, vicino al quale (poco a sud, in basso) si apre un pozzo carsico dal diametro di almeno un metro. Il fosso è ripido e profondo, e il pozzo, aperto e non segnalato, potrebbe non essere il solo; la perlustrazione richiede dunque una certa attenzione. Scendendo oltre la cavità carsica si incontra la superficie di uno strato di Corniola con evidente direzione N50W e immersione 45W.
A quote più basse, una strada asfaltata percorre le pendici del monte lungo il versante est, almeno fino alla sua metà, prima di dirigersi più a est. La strada asfaltata è interessata dalla formazione della Corniola le cui stratificazioni, irregolari e non chiaramente distinguibili, sono disturbate da numerose superfici attribuibili a faglie. Tra queste è di notevole rilievo la ricorrenza di faglie con direzione parallela al sovrascorrimento e tangenti la strada.
Prima che la strada si allontani dalle pendici del monte per proseguire verso est, sulla sinistra, in direzione NNW, si articola un sentierino sterrato ma percorribile, immerso nella vegetazione. Seguendolo è possibile aggirare il monte fino al versante ovest, dove si ricollega al bivio incontrato alle pendici ovest prima del tunnel. Proseguendo lungo la strada asfaltata verso est, si può ritornare in direzione sud svoltando al primo incrocio e proseguendo il percorso lungo altre strade sterrate o i numerosi fossi naturali che attraversano la pianura solcando i campi coltivati costituiti da tufi pedogenizzati. La percorribilità in auto è però possibile solo fino a poco oltre la fonte.


Versante Sud:


Lungo la strada che dal paese conduce al cimitero, in prossimità di quest'ultimo, si incontra il detrito costituito da conglomerati cementati dai tufi con dei livelletti di travertino (forse idrotermale) intercalati. Subito sopra il cimitero, invece, si ha l'attraversamento dei due sovrascorrimenti con direzione circa NS che determinano l'affioramento della Scaglia, la quale poggia direttamente sulla Corniola probabilmente a causa di lacune sedimentarie. Presso il cimitero, ad est della fonte, si può percorrere verso nord un piccolo sentiero che costeggia il lato E del colle, sotto il paese, attraversando dapprima la Corniola, poi, dalla confluenza con il letto del fosso, la copertura dei tufi pedogenizzati.
Date le piccole dimensioni e la cattiva stratificazione degli affioramenti degli strati di Corniola lungo il sentiero, risulta alquanto difficile misurarne la direzione e l'immersione. [Torna all'indice]

Nota: le immagini che accompagnavano la relazione originale mancano del tutto in questa versione ma potranno essere aggiunte in seguito.


Adriano Nardi e Luca Martellini - "La Sapienza", Roma


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