Da Geologia 2000: http://www.anisn.it/geologia2000 - Testo di Luca Martellini


RIOFREDDO - Appunti di rilevamento






VIABILITA'

Il comune di RIOFREDDO è ubicato nel Lazio vicino al confine con l'Abruzzo. Trovandosi a pochi km da Avezzano è cartografato nell'omonimo foglio, non reperibile.
È possibile raggiungere RIOFREDDO tramite l'autostrada ROMA/L'AQUILA uscendo presso il casello di Arsoli, percorrendo per pochi KM la strada statale in direzione di ROMA si giunge al comune di RIOFREDDO, si può raggiungere RIOFREDDO anche con il treno partendo da ROMA-TERMINI, o percorrendo con la macchina la strada statale Tiburtina.




PERCORSO ESEGUITO

Giunti al paese di RIOFREDDO abbiamo seguito la strada principale all'altezza del KM 6 intorno alla quota 822, la nostra prima stazione ha evidenziato la presenza di calcari marnosi di colore giallo molto fratturati e fagliati. Proseguendo sulla stessa strada abbiamo notato che i calcari mantenevano lo stesso colore ma divenivano più compatti.
Continuando il nostro percorso lungo la strada principale avveniva un cambiamento nel colore dei calcari divenivano di color bianco e grigi senza alcuna ripetizione logica. Percorrendo la strada i calcari divenivano più detritici perdevano la componente marnosa e divenivano organogeni, all'interno di essi trovavamo i seguenti fossili: echinidi, pecten, briozoi e lithotamni.
Lungo la strada verso RIOFREDDO, i calcari si presentavano fortemente fratturati, riscontravamo una faglia con direzione NORD-70-EST che si ripeteva lungo la strada molto frequentemente, oltrepassando il KM 4 intorno alla quota 750 ci siamo accorti che la parte de icalcari detritici organogeni era quasi sub verticale e tagliava la strada da parte a parte, lasciando spazio a strati marnosi con forma allunga ta e con stratificazione principalmente NE-SW, con immersioni blande.
Proseguendo sulla strada, intorno a quota 722, sul ponticello sopra il fosso delle Serre si nota un altro attraversamento della strada da parte del sovrascorrimento accompagnato da detrito calcareo di falda lungo ambo i margini stradali.
La parte orientale che interessa il Monte Aguzzo è caratterizzata prevalentemente da calcari marnosi che passano a calcari detritici man mano che si procede verso est senza un limite netto. La stessa cosa accade per il Colle la Corte il cui calcare è prevalentemente marnoso, il monte Crocetta il cui calcare è detritico ma non è stato possibile trovare il limite tra le due formazioni come accadeva per il monte Aguzzo da qui la supposizione che ci troviamo in una fase di eteropia di facies.
La zona tra le due sopra citate comprendente Pezza Corteòlla e Serra Rotonda, era praticamente irragiungibile causa numerosi rovi, recinzioni e proprietà private, per cui possiamo procedere solo per estrapolazione ed immaginare una continuazione dell' eteropia di facies tra calcari marnosi e detritici.



INQUADRAMENTO GEOLOGICO-REGIONALE

Lo sviluppo dell'Appennino centrale è costituito da successioni sedimentarie che hanno avuto la loro origine nel Trias superiore e sono perdurate per tutto il Mesozoico.
Sono avvenute delle variazione nel regime dinamico ed i settori che comprendono l'Umbria la Sabina il Lazio e l'Abruzzo si sono inquadrati in aree di piattaforma carbonatica.
Nel Lias superiore forti fenomeni di subsidenza portano l'annegamento dell'attuale regione Umbro-Sabina, dal Dogger al Cretacico, si forma il bacino umbro-sabino, ad ovest della piattaforma carbonatica laziale-abruzzese già preesistente.
Il passagio tra questi due domini, è segnato da una profonda linea tettonica, orientata con direzione NS, chiamata linea Olevano-Antrodoco o meglio linea Ancona-Anzio; questa linea tettonica è attiva fin dal Lias medio manifestando la sua maggiore attività nel Miocene inferiore comportandosi come una faglia diretta, regolando i rapporti tra bacino e piattaforma.
Per tutto il Cretacico questi domini non hanno subito mutamenti (anche se in questo periodo avviene la chiusura della Tetide. Durante il Paleocene Eocene ed Oligocene la chiusura della tetide comporta variazioni nell'ambiente di piattaforma, si ha un arresto della subsidenza con variazione del livello marino. Le aree più interne tra il bacino umbro-sabino e la piattaforma laziale-abruzzese dal Paleocene al Miocene inferiore sono caratterizzate da profonde lacune stratigrafiche, mentre nella zona di bacino umbro-sabino si ha la formazione della serie della scaglia e nella piattaforma laziale-abruzzese la serie a calcari organogeni a briozoi e litotamni.
In seguito si avrà il ricoprimento nella piattaforma delle marne plantoniche sui calcari organogeni che testimoniano l'annegamento della piattaforma.
Nella fase tettonica del tortoniano il bacino sabino emerge e forma l'attuale catena, mentre la piattaforma carbonatica laziale-abruzzese viene disarticolata in grossi blocchi separati da depressioni con direzione NW-SE (attuale orientazione appenninica), queste depressioni vengono colmate da depositi di tipo flyschioide (arenaceo-argillose) di origine torbiditica di provenienza settentrionale incanalate lungo la linea Ancona-Anzio che in questo periodo ha funzione di valle sottomarina.
Con il Miocene superiore questa faglia diventa trascorrente spostando a nord il settore sabino ed a sud quello laziale-abruzzese. La conseguenza di questa tettonica segnò la definitiva chiusura degli accessi torbiditici di origine, seguirà una tettonica di tipo compressivo che porterà il definitivo sollevamento della piattaforma laziale-abruzzese.


Luca Martellini - "La Sapienza", Roma



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