Andrea Benedetto (andreabest@tiscalinet.it) da Geologia 2000 [ http://www.anisn.it/geologia2000 ]
Licodia Eubea (CT)
Rilevamento geologico
di Andrea Benedetto
INTRODUZIONE
L'area oggetto di rilievo è situata nella Sicilia orientale, 50 Km a SSW in linea d'aria da Catania ed altrettanti ad ovest di Siracusa. E' interamente compresa all'interno del territorio del comune di Licodia Eubea (CT), il cui centro abitato è ubicato più o meno al centro della zona assegnataci.
La strada che congiunge Catania con Licodia Eubea è la No.194, imboccata dalla No.114, e passante dai comuni di Lentini e Francofonte ed infine dal bivio per Vizzini. L'hinterland del centro abitato, attraversato in prevalenza da strade strette, è tuttavia collegato con i vicini comuni di Vizzini e Grammichele oltre che dalle due strade principali, anche da una serie di strade provinciali di recente costruzione.
La base topografica da cui ha preso le mosse il rilievo è compresa tra la tavoletta (quindi scala 1:25000) di Vizzini e quella di Licodia Eubea, ingrandite sino ad ottenere una carta alla scala 1:10000.
Il rilievo da noi effettuato nel periodo effettivo che va dalla metà del mese di marzo ai primi di giugno, ha lo scopo (didattico e di approccio in questa sede) di:
- riconoscere i terreni in esame in tutte lo loro caratteristiche e riconoscere il loro succedersi all'interno della colonnina stratigrafica.
- mettere in risalto i rapporti tra le varie unità litostratigrafiche, evidenziando i limiti tra le suddette, siano essi di natura stratigrafica che di natura tettonica.
- descrivere gli aspetti litologici e stratimetrici dei terreni in questione e riconoscere, ove possibile, l'eventuale paleofauna conservata all'interno degli stessi.
La presente relazione è ovviamente corredata da brevi capitoli inerenti la morfologia s.l. del paesaggio, la collocazione geologico-regionale dell'area in questione, gli aspetti tettonici e le strutture ad essi collegate. Non mancano infine cenni alla evoluzione paleogeografia ed alle applicazioni dei materiali utili che vengono estratti dai litotipi autoctoni.
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ASPETTI GEOMORFOLOGICI
Il territorio di Licodia Eubea presenta una morfologia essenzialmente collinare; lo stesso centro abitato sorge su un crostone calcarenitico esteso da NE a SW con quote maggiori dei 600 metri s.l.m.
Risulta chiaro che la morfologia degli elementi paesaggistici è intimamente legata alla litologia (intesa nel senso di competenza) dei terreni costituenti, e quindi al tipo di risposta che questi sono in grado di fornire agli agenti erosivi: di conseguenza osserveremo rilievi ricchi di asperità laddove i litotipi sono molto competenti (calcari, gessi), mentre dove questi sono più teneri (marne) il paesaggio apparirà più dolce fino a raggiungere morfologie di tipo calanchivo (è il caso delle frane quaternarie avvenute all'interno delle marne della Formazione Tellaro in cui sono inglobati blocchi di Calcare di base ad est di monte Colombrello (vedi foto 2) e blocchi di Gessi a sud dello stesso).
Le principali incisioni che caratterizzano la zona sono quella ad ovest di monte Colombrello diretta da nord a sud, quella ad est dello stesso, con direzione NNE-SSW, e l'incisione che si trova a sud del paese diretta da ENE a WSW. In particolare il primo impluvio citato incide il proprio terrazzo, una pianura alluvionale di sedimenti quaternari, che si estende da NNE a SSW con una superficie di circa 0,14 Km2.
Un altro elemento importante è una paleofrana di ingenti dimensioni che disloca interi blocchi di calcareniti senza alterarne le originarie stratificazioni (vedi foto 1) e che si estende con forma subovale da una quota variabile tra i 550 e i 575 m a NW del centro abitato, fino a giungere a quota 400 m verso NW, con una estensione in carta di circa 0,35 Km2.
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INQUADRAMENTO GEOLOGICO REGIONALE
Il territorio del comune di Licodia Eubea si estende al margine del settore occidentale del Plateau Ibleo. Questo era sommerso e sede di deposizione di sedimenti marini sino al Tortoniano superiore (circa 9 Ma.) periodo dal quale, a causa di imponenti spinte tettoniche, è stato oggetto di un sollevamento che ha portato all'emersione gran parte di esso, ad esclusione del settore Nord-Occidentale del Plateau Ibleo, denominato Avampaese Esterno, che rimase sommerso sino al Pliocene-Pleistocene (circa da 3 Ma. fino a circa 800.000 anni fa), quando fu interessato da spinte che causarono l'emersione, non contemporanea, di ogni sua porzione. Proprio in questo settore (Avampaese Esterno) ricade il vasto territorio del comune di Licodia Eubea.
I litotipi che vi affiorano sono quindi i calcari antichi dell'Avampaese (le formazioni Ibla, Amerillo e Ragusa, tutte di età compresa tra il Cretaceo inf. e il Miocene inf.), a cui si sovrappongono i terreni di età messiniana della Serie Gessoso-Solfifera.
Si ipotizza che le condizioni che hanno portato alla deposizione della serie evaporitica si siano instaurate nel Miocene superiore (circa 5,6 milioni di anni) in seguito alla chiusura dello Stretto di Gibilterra che ha impedito l'afflusso delle acque atlantiche nel Mediterraneo divenuto, in tal modo, un bacino a circolazione ristretta soggetto a parziale prosciugamento.
L'elevata temperatura ed un'evaporazione eccessiva hanno provocato un aumento della concentrazione delle sostanze disciolte nelle acque del bacino che, raggiunti i punti di saturazione, hanno iniziato a precipitare dando luogo, appunto, ai depositi evaporitici.
La Serie Gessoso-Solfifera continua è costituita dalle seguenti unità: Calcare di base, Gessi, Sali.
Poiché il territorio di Licodia Eubea occupa solo una parte marginale del Bacino di Caltanissetta, in esso la serie evaporitica è spesso mal rappresentata: non troviamo infatti il Tripoli, roccia silicea organogena che prelude l'instaurarsi delle condizioni evaporitiche vere e proprie, ma vi è invece una marna tripolacea che si trova spesso intercalata al Calcare di Base, e che per questo motivo viene cartografata con esso.
Il Gesso che si deposita dopo il calcare di base si può presentare in due forme diverse: il gesso primario stratificato e il gesso secondario che deriva dal primo ed è caratterizzato da cristalli di notevoli dimensioni, trasparenti ed incolori, dalla caratteristica forma a "coda di rondine".
I Sali che nella serie di Usiglio dovrebbero precipitare dopo i Gessi, infatti, non sono stati rilevati.
Suturano la serie evaporitica i Trubi, marne calcaree a Globigerine del Pliocene inferiore (1.8 M.a.) che indicano il ripristino delle normali condizioni di mare aperto conseguente all'abbassamento della soglia dello stretto di Gibilterra o all'innalzamento del livello dell'Atlantico.
Al di sopra dei Trubi abbiamo le intercalazioni, talvolta molto potenti, di materiali eruttivi primari e rimaneggiati, e le formazioni medio-tardo plioceniche delle Marne di Licodia Eubea e delle Calcareniti di Licodia Eubea.
Bibliografia:
- F. Lentini, M. Grasso, S. Carbone, Introduzione alla geologia della Sicilia e guida all'escursione, Università degli Studi di Catania.
- F. Lentini, Carta geologica della Sicilia sud-orientale, Università di Catania.
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STUDI PRECEDENTI
In letteratura, i richiami al territorio di Licodia Eubea sono esigui. Secondo CAFICI (1880, in DI GRANDE 1969), i terreni più antichi rilevati sono quelli relative alle marne grigie di età tortoniana, che stratigraficamente si trovano sotto la serie Gessoso Solfifera.
La successione ricostruita da Cafici viene completata da TRAVAGLIA (1880, in DI GRANDE 1969), il quale aggiunge alla base della stessa tre unità di calcari antichi di età bassocretacica-mediomiocenica.
Questa successione viene poi riportata da BALDACCI (1886) nella Carta Geologica d'Italia.
Secondo ALEMAGNA, le argille sottostanti la serie evaporitica stanno in contatto tettonico sui calcari del Langhiano, e vanno datate al Tortoniano inferiore.
BALBONI (1954, in DI GRANDE 1969) attribuisce le Calcareniti di Licodia Eubea al Calabriano (Pleistocene).
BIBLIOGRAFIA: Angelo Di Grande, 1969 - Sezione stratigrafica nel Pliocene di Licodia Eubea (Catania).
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SUCCESSIONE LITOSTRATIGRAFICA
I terreni affioranti hanno genesi sedimentaria ed eruttiva, e la loro età è compresa tra il Cretaceo inferiore e il Pliocene superiore.
- FORMAZIONE IBLA
La formazione Ibla rappresenta il più antico terreno sedimentario dell'area in questione, la sua età infatti risale probabilmente al Cretaceo inferiore. Essa non affiora nell'area rilevata, si tratta comunque di calcari marnosi in cui si possono trovare dei macrofossili molto antichi (Ammoniti).
- FORMAZIONE AMERILLO
Anche in questo caso si tratta di terreni molto antichi (Cretaceo sup - Eocene inf.), che si trovano in continuità stratigrafica con la formazione sottostante.
Tale formazione è costituita da calcari selciferi: calcari biancastri, ben stratificati, molto duri, contenenti lenti centimetriche e decimetriche di selce di colore nero-bluastra, che ovviamente presenta le caratteristiche tipiche della selce: è durissima (indice di durezza 7 nella scala di Mohs), ha frattura concoide dovuta alla sua struttura non cristallina (si tratta di silice amorfa), è di un colore nerastro ed è molto tagliente.
Il calcare con selce può inoltre contenere dei sottili livelli argillosi che circondano le lenti di selce.
È poco rappresentata nell'area interessata, ed affiora solamente a est dell'abitato di Licodia Eubea in una fascia di piccola estensione laterale, delimitata ad est dal confine della carta, mentre nelle altre direzioni confina con terreni più giovani per mezzo di contatti di natura tettonica (faglie).
- FORMAZIONE RAGUSA
Tale formazione è costituita da calcari biancastri, ben stratificati, duri, con granulometria da lutitica ad arenitica, apparentemente privi di macrofossili, alternati ad una frazione marnosa, quindi molto più tenera, e dello stesso colore.
La formazione Ragusa viene suddivisa in due categorie, il membro Leonardo, di età Eocene-Miocene inferiore, caratterizzato dal fatto che la frazione di calcare duro (calcilutiti) è qui preponderante, e il membro Irminio, di età Oligocene sup-Miocene inf., in cui invece prevale la porzione marnosa rispetto a quella calcarea (calcareniti).
I suddetti terreni affiorano con una esigua estensione nel margine sudest e nel margine nordest della zona rilevata e sono rispettivamente in contatto sia tettonico che stratigrafico con le marne della formazione Tellaro, ed in contatto tettonico con le marne di Licodia Eubea e con la formazione Amerillo.
- FORMAZIONE TELLARO
I terreni che costituiscono questa formazione sono marne di colore grigio-biancastro del Miocene medio, e affiorano ad est e a sudest dell'area in rilievo e ad ovest di monte Colombrello sotto forma di frane quaternarie.
La loro litologia argillosa le caratterizza nel senso di estrema friabilità (non sono consolidate) e di granulometria lutitica. Chiaramente queste caratteristiche conferiscono al paesaggio una morfologia estremamente blanda che si manifesta sotto forma di colline di forma mammellare e presenza di calanchi (vedi foto 1).
- CALCARE DI BASE
Il Calcare di base rappresenta il primo termine della serie evaporitica, illustrata per via sperimentale da Usiglio (1849).
Poiché nella zona in questione questi calcari affiorano insieme alle marne tripolacee, che nel bacino di Caltanissetta sono ben sviluppate e costituiscono il Tripoli (roccia diatomitica fogliettata che precede l'instaurarsi delle condizioni evaporitiche), ed hanno spessori esigui, si è convenuto di cartografare questi lititopi con il medesimo colore.
Litologicamente si tratta di marne affini al Tripoli dal punto di vista essenzialmente meccanico: hanno infatti granulometria lutitica, stratificazione millimetrico-ritmica che conferisce loro una struttura "foliata". Il loro colore è da biancastro a giallastro e si trovano alternate ad un calcare molto duro, anch'esso di colore giallastro, ben stratificato (vedi foto 2), che al taglio fresco odora vagamente di zolfo.
La differenza tra questi due livelli che si alternano è evidente: essi infatti rispondono in maniera diversa all'azione erosiva, ragion per cui i livelli più resistenti sporgono dal versante in maniera netta e sono alternati ad incavi rappresentati dai livelli marnosi.
Il Calcare di Base ha spessori molto esigui, dell'ordine di qualche metro al massimo (vedi foto 3) e la sua giacitura, misurata a nord di monte Colombrello è N180°E-40°E. Età: Messiniano (Miocene superiore).
- GESSI
Rappresentano il secondo termine (in ordine di precipitazione) della serie evaporitica e si trovano quindi in contatto stratigrafico con il Calcare di Base. Hanno una stratificazione millimetrico-ritmica e centimetrico-ritmica e hanno colore da grigio trasparente fino a perfettamente limpido e incolore.
Si presentano nelle due forme di gesso primario, grigio e con cristalli minuti, e di gesso secondario, molto più chiaro fino ad essere incolore e costituito da cristalli di dimensioni centimetriche e decimetriche.
A nord e ad est di monte Colombrello sono presenti delle cave di gesso in cui si trovano con facilità bellissimi cristalli grandi fino a 30 cm, perfettamente trasparenti e incolori.
Il gesso di tipo secondario si presenta essenzialmente in forme massicce o laminate, con la tipica geminazione "a coda di rondine" (regola della polarità di strato di Mottura).
A nord di monte Colombrello la loro giacitura è N160°E-40°E. Tali valori sono in accordo e risultano conformi con i valori giaciturali del Calcare di Base sottostante. Ovviamente data la loro natura sono privi di fossili.
I Gessi hanno risalgono al Miocene superiore e sono presenti estesamente a monte Colombrello, di cui sono il litotipo costituente (qui hanno spessori dell'ordine del centinaio di metri), e in contrada Arenatura.
- I TRUBI
Litologicamente si tratta di calcari marnosi a microforaminiferi (Globigerina). Hanno granulometria molto fine, lutitica, colore da biancastro a bianchissimo; tipica frattura a blocchetti, infatti presentano dei piani di discontinuità normali ai piani di stratificazione e normali tra loro. Presentano patine di ossidi di ferro brune e non contengono macrofossili.
Sono poco resistenti alle sollecitazioni meccaniche, si frantumano facilmente con poca forza e alla percussione emettono un suono sordo ed ovattato. Ciò è ovviamente legato alla loro litologia di calcari marnosi, anche se in alcuni casi possono presentarsi più competenti. Dal punto di vista della sedimentazione rappresentano il ripristino delle condizioni batimetriche di mare aperto, dopo la deposizione di mare basso della serie Gessoso-Solfifera del Messiniano.
Affiorano diffusamente in tutta l'area orientale della carta e sono meglio rappresentati dagli affioramenti ad ovest di Sarpellizza ( foto 5). Sono in discordanza con i Gessi. Età: Zancleano (Plioc. inf.).
- ALTERNANZA TRUBI-VULCANOARENITI
Nei livelli più alti dei Trubi si trovano intercalati prodotti eruttivi rimaneggiati, dovuti allo smantellamento di materiali primari.
Si tratta di livelli di spessore decimetrico di areniti vulcaniche, di colore giallo bruno, ben stratificate e che si intercalano nelle porzioni più marnose dei Trubi. Questi terreni rappresentano il passaggio graduale verso gli strati di brecce, e sono datate al Pliocene medio.
- BRECCE VULCANICHE
Al di sopra dell'alternanza appena descritta, cominciano a prevalere i prodotti vulcanici sui calcari marnosi; essi sono mal classati, mal stratificati e contengono una frazione molto elevata di prodotti eruttivi di genesi primaria. Si tratta di ialoclastiti, frammenti vetrosi di ambiente sottomarino, verso nord, e di brecce vulcaniche e lave a pillows verso sud.
Il carattere "sedimentario" delle ialoclastiti, dovuto alla loro minore granulometria e, di conseguenza, alla loro mobilità, testimonia che a sud le vulcaniti sono in facies prossimale, nel senso che sono più vicine ai centri eruttivi, mentre a nord, esse si trovano in facies distale. Età: Pliocene medio.
- MARNE DI LICODIA EUBEA
Queste marne, biancastre e mal stratificate, del Pliocene medio-alto, hanno spessori poco potenti e continuità laterale limitata alla zona settentrionale e orientale dell'area esaminata. Infatti "chiudono" lateralmente al di sotto delle calcareniti, con cui stanno in rapporti eteropici, a nord del centro abitato.
Sono abbastanza ricche di macrofossili: in essa si trovano livelli a Dentalium (mollusco Scafopode di età Trias.med.- Recente), bivalvi di varie specie, crostacei.
- CALCARENITI DI LICODIA EUBEA
Rappresentano la diminuzione batimetria del bacino sino al raggiungimento di condizioni costiere. Sono essenzialmente rocce calcaree giallastre stratificate, da competenti a molto competenti, con tessitura arenitica.
Hanno un ingente contenuto macrofaunistico, sono particolarmente ricche di bivalvi del genere Pecten (Eoc.- Rec.), Venus (Olig.- Rec.), Ostrea (Cret.- Rec.), tutte forme che popolano prevalentemente ambienti di mare basso.
Le Calcareniti di Licodia Eubea sono ben stratificate, hanno giacitura suborizzontale e sono presenti e ben rappresentate nella zona nord-orientale dell'area esaminata e in tutto il centro abitato, spingendosi infine a sud, dove si trovano alla sommità di Sarpellizza e affiorano in contrada Arenatura, dove sono state conservate dalla sinclinale.
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TERRAZZI ALLUVIONALI
Ad ovest dell'abitato di Licodia Eubea, al di sotto dei Trubi, ad una quota di 410m inizia un terrazzo fluviale costituito da materiali conglomeratici, pianeggiante, che ricopre gli altri terreni ed è sfruttato dal punto di vista agricolo. Si estende in direzione SW-NE (che è anche la direzione del corso d'acqua da cui è inciso) su una superficie di circa 0.14 Km2.
Il suo spessore è dell'ordine di alcuni metri, e, per estensione laterale, è il più grande dei terrazzi della zona in esame (terrazzi minori sono ad est dell'abitato e a sud di monte Colombrello).
I terrazzi della zona sono tutti quaternari e si sono formati a causa di sbarramenti locali (frane).
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FRANE
Nel territorio esaminato sono state rilevate diverse frane recenti di piccola entità e che riguardano essenzialmente i terreni più giovani. Alcune di queste hanno provocato degli sbarramenti locali nei confronti dei corsi d'acqua, favorendo così la deposizione di alluvioni che hanno dato luogo ai terrazzi di cui sopra.
Di diversa entità invece è la paleofrana, di probabile età tardopliocenica, che si estende con forma ovale ad ovest del paese, da una quota variabile tra i 550 metri e i 575 metri da SE (quindi non molto al di sotto del centro abitato) verso NW fino a quote inferiori a 400 metri. Il suo asse maggiore (SE-NW) è lungo in carta circa 700 metri, mentre l'asse minore circa 500 (vedi foto 14).
La paleofrana è delimitata, spostandoci da SE a NW e simmetricamente lungo tale asse, da: calcareniti, vulcaniti, alternanza Trubi-vulcaniti, Trubi. È da aggiungere che essa confina anche, a SW, con il terrazzo fluviale che interrompe la formazione dei Trubi e che in parte ricopre la frana.
L'importanza di questa frana è tale da aver conservato l'originaria stratificazione delle calcareniti interessate dal fenomeno, le quali però ne tradiscono la presenza a causa della variazione improvvisa e radicale delle giaciture man mano che ci si sposta lateralmente. Vedi foto 8 e 10.
Un'altra frana imponente si trova ad ovest di monte Colombrello ed interessa le marne della formazione Tellaro in cui sono inglobati interi blocchi di Calcare di Base, i quali "affiorano" improvvisamente dalle marne sottostanti. Questa non è una paleofrana, ma è una frana quaternaria.
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TETTONICA
Il rilievo del territorio del comune di Licodia Eubea mostra una serie di strutture relative alle diverse fasi tettoniche che hanno interessato l'area in base alla risposta meccanica che i terreni in questione sono stati capaci di fornire.
La letteratura riferisce di una prima fase tettonica che interessa i calcari della serie basale, quindi la più antica, i quali hanno risposto in maniera rigida ai movimenti tettonici, dando luogo ad una serie di faglie orientate in prevalenza da NE a SW e da N a S. È il caso degli affioramenti cretaceo-bassomiocenici della formazione Amerillo e della Formazione Ragusa che vengono a giorno per mezzo di faglie con rigetti notevoli, nella parte orientale della zona in questione.
La seconda fase tettonica, di età post-messiniana, riguarda le marne della formazione Tellaro, i depositi della serie Gessoso-Solfifera, i Trubi e le alternanze soprastanti, che si sono comportati in maniera più plastica nei confronti delle spinte tettoniche, dando così luogo a strutture plicative.
Un insieme di pieghe ben visibili è costituito dall'anticlinale di Bianchette,con direzione NW-SE, incisa in direzione N-S da una valle che porta a giorno le marne della formazione Tellaro, sovrastate dal Calcare di Base e dai Gessi, e che si risolve, verso NW, in una sinclinale, anch'essa diretta da NW a SE, che conserva al suo nucleo un piccolo affioramento di Calcareniti di Licodia Eubea (Plioc.sup.).
La terza fase ha formato una grande sinclinale, nel cui nucleo sorge l'abitato, con una grande estensione laterale ed un andamento blando, che ha direzione NE-SW, e che contiene le calcareniti tardoplioceniche al nucleo e i terreni più antichi ai fianchi. La sua età risale ai movimenti tettonici del Pliocene superiore.
Nell'area esaminata, tuttavia, non mancano le strutture distensive. L'abitato è infatti tagliato in direzione NW-SE da una serie di faglie normali ad angolo elevato e con rigetto dell'ordine dei metri. Un'altra faglia, importante per estensione, è quella che a nord di contrada Arenatura mette a contatto la marne della formazione Tellaro con i calcari della formazione Ragusa.
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GEOLOGIA APPLICATA E CONCLUSIONI
Dal rilievo effettuato si evince che le successioni presenti costituiscono due cicli sedimentari separati da una discontinuità. Al tetto dell'ultima formazione del primo ciclo si trovano i Trubi, ad indicare il ripristino delle condizioni di mare più profondo al termine delle condizioni evaporitiche.
Per quanto riguarda le intercalazioni e i banchi, talvolta potenti, di prodotti vulcanici primari e non, di età intrapliocenica, si deduce che l'area in esame è stata interessata da magmatismo eruttivo sottomarino, localizzato essenzialmente a sud del territorio del comune. Infatti, mentre a nord prevalgono le vulcanoareniti, sedimenti provenienti dall'erosione di rocce magmatiche, verso sud, sono più frequenti i depositi primari rappresentati essenzialmente da brecce e lave a pillows. Diciamo quindi che le vulcaniti a sud si trovano in facies prossimale, quelle a nord in facies distale.
Dopo le vulcaniti si instaura un regime batimetrico di mare basso, anche se si riscontra la presenza di facies eteropiche. I terreni interessati sono le Marne di Licodia Eubea e le Calcareniti di Licodia Eubea: le marne, che sono diffuse a nord dell'area in esame, scompaiono invece a sud, proprio al di sotto del centro abitato, stratigraficamente sotto le calcareniti. Ciò indica una regressione marina da sud verso nord e una deposizione contemporanea di sedimenti di mare basso a sud e sedimenti di mare più profondo verso nord.
Per quanto riguarda le applicazioni dei materiali utili si riscontrano due cave di gesso presso monte Colombrello, di cui una sola attiva. Le calcareniti e i calcari diffusi in tutta la zona vengono utilizzati per le costruzioni e sono inoltre terreni adatti a contenere acqua.
BIBLIOGRAFIA
Pubblicazioni consultate:
- Angelo Di Grande, 1969 - Sezione stratigrafica nel Pliocene di Licodia Eubea (Catania).
- F. Lentini, M. Grasso, S. Carbone, Introduzione alla geologia della Sicilia e guida all'escursione, Università degli Studi di Catania.
- F. Lentini, Carta geologica della Sicilia sud-orientale, Università di Catania.
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